Del taglio cosmetico la filosofia ha prodotto sostanzialmente due letture. O, forse, due sono le letture filosofiche con le quali oggi non possiamo evitare di confrontarci. La prima è idealistica. Essa è operante, ad esempio, nella letteratura di ispirazione fenomenologico-esistenziale e la si ritrova nella psicanalisi di orientamento lacaniano (sebbene non tutto Lacan possa essere ricondotto a questo modello). La definiamo idealistica perché il taglio significante vi funziona dialetticamente come negazione determinata. In questa prospettiva, l’atto di circoscrizione è generazione dello spirito e nello spirito a partire da un nihil che funge da presupposto. Esso replicherebbe una creazione ex nihilo, dove però, come subito vedremo, il nihil va inteso come causa della significazione. Ma vi anche un’altra lettura possibile del taglio cosmetico. Ed è una lettura decisamente minoritaria, dal tratto materialista e naturalista. La sua origine è lucreziana. La teoria lucreziana rivive in filosofi che si situano al di fuori del canone dominante. Nella teoria della percezione contenuta in Materia e Memoria di Bergson, nell’empirismo radicale del suo amico americano William James, nella filosofia del processo di Whitehead come nell’ontologia dell’immanenza di un grande ammiratore di tutti questi filosofi, Gilles Deleuze. Ma, fatto senz’altro curiosissimo, essa si ritrova anche presso quei neuroscienziati che riflettendo sulla natura della mente, stanchi di sbattere come la mosca sulle pareti del bicchiere, hanno operato un rivoluzionamento della cornice concettuale delle neuroscienze, avanzando l’ipotesi scandalosa che l’esperienza non sia rapporto ma identità.

La materia dell'immagine tra Lucrezio e Bergson

RONCHI, ROCCO
2016-01-01

Abstract

Del taglio cosmetico la filosofia ha prodotto sostanzialmente due letture. O, forse, due sono le letture filosofiche con le quali oggi non possiamo evitare di confrontarci. La prima è idealistica. Essa è operante, ad esempio, nella letteratura di ispirazione fenomenologico-esistenziale e la si ritrova nella psicanalisi di orientamento lacaniano (sebbene non tutto Lacan possa essere ricondotto a questo modello). La definiamo idealistica perché il taglio significante vi funziona dialetticamente come negazione determinata. In questa prospettiva, l’atto di circoscrizione è generazione dello spirito e nello spirito a partire da un nihil che funge da presupposto. Esso replicherebbe una creazione ex nihilo, dove però, come subito vedremo, il nihil va inteso come causa della significazione. Ma vi anche un’altra lettura possibile del taglio cosmetico. Ed è una lettura decisamente minoritaria, dal tratto materialista e naturalista. La sua origine è lucreziana. La teoria lucreziana rivive in filosofi che si situano al di fuori del canone dominante. Nella teoria della percezione contenuta in Materia e Memoria di Bergson, nell’empirismo radicale del suo amico americano William James, nella filosofia del processo di Whitehead come nell’ontologia dell’immanenza di un grande ammiratore di tutti questi filosofi, Gilles Deleuze. Ma, fatto senz’altro curiosissimo, essa si ritrova anche presso quei neuroscienziati che riflettendo sulla natura della mente, stanchi di sbattere come la mosca sulle pareti del bicchiere, hanno operato un rivoluzionamento della cornice concettuale delle neuroscienze, avanzando l’ipotesi scandalosa che l’esperienza non sia rapporto ma identità.
2016
978-88-9314-052-2
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