On 31 May 1853 it is finally inaugurated the walkway restoration of “Pons Aemilius”, achieved through an iron suspension bridge. This exceptional construction begins a prolific and long-lasting collaboration between Italian engineers and foreign specialists, mainly French and Belgian engineers, that will promote the introduction of different technological solutions, related to an imported know how - from the suspension to the beam or the truss bridge – and that will lead to the construction of several bridges with iron and cast iron structures down the Tiber. Unfortunately this iron heritage is nearly lost. Iron and cast iron bridges will be sometimes demolished, in other cases moved to other sites reusing iron components, or radically changed, or gradually replaced by bridges that use other constructive technologies. The contribution, through archive sources and bibliographic documentation, tells the lost story of this precious heritage, rediscovering the strong relationship between the iron construction and the City of “Pontifex”.

Il 31 maggio del 1853 viene inaugurato il camminamento sul “Pons Aemilius” ripristinato con un ponte sospeso completamente in ferro. L’episodio eccezionale avvia una feconda e duratura collaborazione tra ingegneri italiani e tecnici stranieri, prevalentemente francesi e belgi, che favorirà l’introduzione di soluzioni tecnologiche a forte gradiente di contestualizzazione tutte riferibili ad un know how di importazione declinato attraverso l’uso di sistemi resistenti diversi - dal ponte sospeso a quello a travata reticolare, a quello a parete piena - e consentirà, nei quarant’anni successivi, la costruzione di numerosi ponti in ghisa e ferro lungo il tratto urbano del Tevere, un patrimonio presto perduto. Già nei primi anni del Novecento infatti, a seguito di vicende complesse e articolate i ponti in ferro e ghisa verranno smontati, a volte dismessi, a volte ricollocati in altri punti del Tevere con il recupero delle componenti metalliche, a volte radicalmente trasformati nella loro natura ferrigna, o ancora progressivamente sostituiti da ponti che ricorrono ad altre tecniche costruttive. Il contributo, attraverso una ricerca su fonti d’archivio, dirette ed indirette, e materiale bibliografico, ricostruisce la storia di questo singolare patrimonio e la ricerca di una modernità possibile nella città dei “Pontefici”.

Roma: il patrimonio perduto dei ponti in ferro

Renato Morganti;Alessandra Tosone;Matteo Abita;Danilo Di Donato
2017-01-01

Abstract

On 31 May 1853 it is finally inaugurated the walkway restoration of “Pons Aemilius”, achieved through an iron suspension bridge. This exceptional construction begins a prolific and long-lasting collaboration between Italian engineers and foreign specialists, mainly French and Belgian engineers, that will promote the introduction of different technological solutions, related to an imported know how - from the suspension to the beam or the truss bridge – and that will lead to the construction of several bridges with iron and cast iron structures down the Tiber. Unfortunately this iron heritage is nearly lost. Iron and cast iron bridges will be sometimes demolished, in other cases moved to other sites reusing iron components, or radically changed, or gradually replaced by bridges that use other constructive technologies. The contribution, through archive sources and bibliographic documentation, tells the lost story of this precious heritage, rediscovering the strong relationship between the iron construction and the City of “Pontifex”.
2017
Il 31 maggio del 1853 viene inaugurato il camminamento sul “Pons Aemilius” ripristinato con un ponte sospeso completamente in ferro. L’episodio eccezionale avvia una feconda e duratura collaborazione tra ingegneri italiani e tecnici stranieri, prevalentemente francesi e belgi, che favorirà l’introduzione di soluzioni tecnologiche a forte gradiente di contestualizzazione tutte riferibili ad un know how di importazione declinato attraverso l’uso di sistemi resistenti diversi - dal ponte sospeso a quello a travata reticolare, a quello a parete piena - e consentirà, nei quarant’anni successivi, la costruzione di numerosi ponti in ghisa e ferro lungo il tratto urbano del Tevere, un patrimonio presto perduto. Già nei primi anni del Novecento infatti, a seguito di vicende complesse e articolate i ponti in ferro e ghisa verranno smontati, a volte dismessi, a volte ricollocati in altri punti del Tevere con il recupero delle componenti metalliche, a volte radicalmente trasformati nella loro natura ferrigna, o ancora progressivamente sostituiti da ponti che ricorrono ad altre tecniche costruttive. Il contributo, attraverso una ricerca su fonti d’archivio, dirette ed indirette, e materiale bibliografico, ricostruisce la storia di questo singolare patrimonio e la ricerca di una modernità possibile nella città dei “Pontefici”.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/120320
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact