Il contributo affronta il rapporto tra riflessività, progettazione educativa e cambiamento, illustrando il ruolo che le routine giocano all’interno della programmazione, intesa come controllo delle situazioni e delle condizioni didattiche, che prevede la gestione dell’“obiettivo-ostacolo”, della “traduzione operativa” dell’insegnamento-apprendimento, della “contestualizzazione” e della “verifica/valutazione”. La riflessività induce i professionisti dell’educazione a supportare concretamente l’azione didattica, a guardare “lucidamente” nelle proprie routine e nei propri spazi professionali affinché si possano “trattare” imprevisti e cambiamenti in maniera adeguata. “Programmare riflettendo” consente di raffinare la logica della pianificazione che rende più efficace il tempo dell’azione, l’assunzione di decisioni, la realizzazione di attività che motivano gli allievi e sviluppano in loro forme di partecipazione attiva, richiedendo la scansione di routine e sub-routine efficienti sul piano della definizione degli obiettivi, dell’elaborazione delle strategie e della predisposizione di tecniche di insegnamento e di attività di apprendimento, della strutturazione dell’apparato della valutazione e della regolazione, che conducano ad una co-progettazione trasformativa dei singoli attori in una comunità di apprendimento, che collegialmente riflette sui processi, sui dispositivi e sugli ambienti adattandoli ai contesti e ai loro compiti funzionali.

The article deals with the relationship among reflexivity, educational planning and change by means of explaining the role played by routines within the planning intended as control of the educational situations and conditions, managing the “objective-obstacle”, “operational translation” of the teaching-learning, “contextualization” and “examination/evaluation”. The reflexivity inspires the education professionals to support the teaching action in a tangible way, to look “lucidly” into their routines and professional spaces to properly deal with unforeseen events and changes. “Reflective programming” is necessary to focus the strategies to refine the planning logic that simplifies the action time and makes it more efficient as much as taking decisions, preparing activities to motivate and develop active participation of the students. It requires scanning of routines and sub-routines efficient in defining objectives, preparing strategies, developing teaching and learning activities, structuring the “evaluating apparatus” and articulating the regulation plan, leading to ways of coplanning transforming the individual actors in a learning community, that collectively consider the processes, devices and environments adapting them to the contexts and their functional tasks.

La riflessività nella progettazione educativa: verso una riconcettualizzazione delle routine

NUZZACI, Antonella
2009-01-01

Abstract

The article deals with the relationship among reflexivity, educational planning and change by means of explaining the role played by routines within the planning intended as control of the educational situations and conditions, managing the “objective-obstacle”, “operational translation” of the teaching-learning, “contextualization” and “examination/evaluation”. The reflexivity inspires the education professionals to support the teaching action in a tangible way, to look “lucidly” into their routines and professional spaces to properly deal with unforeseen events and changes. “Reflective programming” is necessary to focus the strategies to refine the planning logic that simplifies the action time and makes it more efficient as much as taking decisions, preparing activities to motivate and develop active participation of the students. It requires scanning of routines and sub-routines efficient in defining objectives, preparing strategies, developing teaching and learning activities, structuring the “evaluating apparatus” and articulating the regulation plan, leading to ways of coplanning transforming the individual actors in a learning community, that collectively consider the processes, devices and environments adapting them to the contexts and their functional tasks.
2009
Il contributo affronta il rapporto tra riflessività, progettazione educativa e cambiamento, illustrando il ruolo che le routine giocano all’interno della programmazione, intesa come controllo delle situazioni e delle condizioni didattiche, che prevede la gestione dell’“obiettivo-ostacolo”, della “traduzione operativa” dell’insegnamento-apprendimento, della “contestualizzazione” e della “verifica/valutazione”. La riflessività induce i professionisti dell’educazione a supportare concretamente l’azione didattica, a guardare “lucidamente” nelle proprie routine e nei propri spazi professionali affinché si possano “trattare” imprevisti e cambiamenti in maniera adeguata. “Programmare riflettendo” consente di raffinare la logica della pianificazione che rende più efficace il tempo dell’azione, l’assunzione di decisioni, la realizzazione di attività che motivano gli allievi e sviluppano in loro forme di partecipazione attiva, richiedendo la scansione di routine e sub-routine efficienti sul piano della definizione degli obiettivi, dell’elaborazione delle strategie e della predisposizione di tecniche di insegnamento e di attività di apprendimento, della strutturazione dell’apparato della valutazione e della regolazione, che conducano ad una co-progettazione trasformativa dei singoli attori in una comunità di apprendimento, che collegialmente riflette sui processi, sui dispositivi e sugli ambienti adattandoli ai contesti e ai loro compiti funzionali.
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