Questo contributo esplora il ruolo della traduzione teatrale come forma di attivismo femminista e queer attraverso l’analisi di Porci e cani (2017), traduzione italiana di Pigs and Dogs (2016) della drammaturga britannica Caryl Churchill. Parte di un più ampio progetto per sostenere la ricezione di un’autrice ancora poco rappresentata sulle scene italiane, questa traduzione e la sua drammatizzazione ad opera di Bluemotion si inseriscono in un ampio scenario di ricerca sulla messa in scena dei corpi sessuati come pratica di resistenza politica. Rispetto alle esperienze maturate in Italia, questo testo sollecita però anche un confronto con la posizionalità del corpo queer rispetto alla linea del colore, e al suo ruolo nell’elaborazione del discorso nazionale e transnazionale sui diritti civili. La traduzione – sia sulla pagina che sulla scena – apre quindi uno spazio che permette di interrogare la differenza su diversi livelli (linguistico, corporeo, performativo), mostrando lo spazio e il tempo della performance al centro della ricerca di immaginari alternativi all’etero-patriarcato di marca coloniale, e che il teatro civile resta una delle forme di attivismo politico più significative nell’Italia contemporanea.

Tradurre la linea del colore nella performance queer. Il caso di Porci e cani di Caryl Churchill

Guarracino Serena
2019-01-01

Abstract

Questo contributo esplora il ruolo della traduzione teatrale come forma di attivismo femminista e queer attraverso l’analisi di Porci e cani (2017), traduzione italiana di Pigs and Dogs (2016) della drammaturga britannica Caryl Churchill. Parte di un più ampio progetto per sostenere la ricezione di un’autrice ancora poco rappresentata sulle scene italiane, questa traduzione e la sua drammatizzazione ad opera di Bluemotion si inseriscono in un ampio scenario di ricerca sulla messa in scena dei corpi sessuati come pratica di resistenza politica. Rispetto alle esperienze maturate in Italia, questo testo sollecita però anche un confronto con la posizionalità del corpo queer rispetto alla linea del colore, e al suo ruolo nell’elaborazione del discorso nazionale e transnazionale sui diritti civili. La traduzione – sia sulla pagina che sulla scena – apre quindi uno spazio che permette di interrogare la differenza su diversi livelli (linguistico, corporeo, performativo), mostrando lo spazio e il tempo della performance al centro della ricerca di immaginari alternativi all’etero-patriarcato di marca coloniale, e che il teatro civile resta una delle forme di attivismo politico più significative nell’Italia contemporanea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/150035
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