Le Regioni hanno affrontato i nuovi Piani Paesaggistici secondo modelli e modalità nuovi, in taluni casi, e consolidati in molti altri. Dal punto di vista formale, si tratta spesso di strumenti ‘separati’, in alcuni casi di strumenti integrati in Piani o Quadri territoriali con valenza paesistica (come ad esempio in Veneto, Lombardia, Toscana, Umbria, Puglia e Calabria) che introducono nel tema della pianificazione del paesaggio anche gli aspetti strategici connessi allo sviluppo territoriale e socioeconomico. Il tentativo è quello di coniugare la protezione del paesaggio e la sua valorizzazione nel contesto di un quadro di sviluppo regionale. Questo obiettivo, nel Piano della Regione Puglia ad esempio è stato espresso attraverso l’individuazione dei cosiddetti Progetti territoriali per il paesaggio regionale, oppure nel Piano della Regione Toscana nella previsione dei Progetti di Paesaggio, rivolti proprio alla valorizzazione dei paesaggi. In Abruzzo, la pianificazione paesaggistica è caratterizzata, come è accaduto anche nel resto delle Regioni, da due stagioni. La prima è stata avviata dalla l. 431/1985 ‘Galasso’ che nella sostanza ha accelerato la pianificazione paesistica (non paesaggistica) prevista sin dal r.d. n. 1497/1939, pianificazione che era rimasta sostanzialmente inattuata fino agli anni ’80 «lasciando alla Sovrintendenza l’applicazione spesso “interpretativa” della cogenza dei vincoli paesaggistici». La seconda stagione si è aperta con la sottoscrizione della Convenzione Europea sul Paesaggio nel 2000 a Firenze, che ha spostato l’attenzione sul paesaggio quale patrimonio comune 132 «derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano», e dalla conseguente approvazione del cosiddetto Codice ‘Urbani’, d.lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Il d.lgs. 42/2004 ha attivato un nuovo percorso di pianificazione del paesaggio (dal Piano Paesistico al Piano Paesaggistico) che ancora oggi, dopo 15 anni, non è completato per la maggioranza delle Regioni. Infatti, dall’anticipazione del Rapporto dal Territorio 2019 nel XXX° Congresso INU (3-6 aprile 2019, Riva del Garda), si evince che solo cinque regioni (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Puglia e Sardegna) hanno concluso con l’approvazione del proprio Piano paesaggistico in conformità con il Codice Urbani. Le altre Regioni hanno un Piano adottato o in fase di elaborazione, tranne che il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta e la Sicilia che non lo hanno ancora intrapreso. Nei prossimi paragrafi sarà descritto sinteticamente il percorso del Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Abruzzo (nPPR), ora sospeso, e i relativi contenuti. Attraverso l’Atlante dei Paesaggi del nPPR saranno approfonditi i contesti degli Altopiani d’Abruzzo e le indicazioni per la loro tutela e valorizzazione anche dal punto di vista del progetto di paesaggio e dello sviluppo territoriale, introducendo un modello di interpretazione per lo sviluppo territoriale denominato Telai Territoriali.

La nuova pianificazione paesaggistica negli altipiani d'Abruzzo

Di Ludovico D.
2020-01-01

Abstract

Le Regioni hanno affrontato i nuovi Piani Paesaggistici secondo modelli e modalità nuovi, in taluni casi, e consolidati in molti altri. Dal punto di vista formale, si tratta spesso di strumenti ‘separati’, in alcuni casi di strumenti integrati in Piani o Quadri territoriali con valenza paesistica (come ad esempio in Veneto, Lombardia, Toscana, Umbria, Puglia e Calabria) che introducono nel tema della pianificazione del paesaggio anche gli aspetti strategici connessi allo sviluppo territoriale e socioeconomico. Il tentativo è quello di coniugare la protezione del paesaggio e la sua valorizzazione nel contesto di un quadro di sviluppo regionale. Questo obiettivo, nel Piano della Regione Puglia ad esempio è stato espresso attraverso l’individuazione dei cosiddetti Progetti territoriali per il paesaggio regionale, oppure nel Piano della Regione Toscana nella previsione dei Progetti di Paesaggio, rivolti proprio alla valorizzazione dei paesaggi. In Abruzzo, la pianificazione paesaggistica è caratterizzata, come è accaduto anche nel resto delle Regioni, da due stagioni. La prima è stata avviata dalla l. 431/1985 ‘Galasso’ che nella sostanza ha accelerato la pianificazione paesistica (non paesaggistica) prevista sin dal r.d. n. 1497/1939, pianificazione che era rimasta sostanzialmente inattuata fino agli anni ’80 «lasciando alla Sovrintendenza l’applicazione spesso “interpretativa” della cogenza dei vincoli paesaggistici». La seconda stagione si è aperta con la sottoscrizione della Convenzione Europea sul Paesaggio nel 2000 a Firenze, che ha spostato l’attenzione sul paesaggio quale patrimonio comune 132 «derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano», e dalla conseguente approvazione del cosiddetto Codice ‘Urbani’, d.lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Il d.lgs. 42/2004 ha attivato un nuovo percorso di pianificazione del paesaggio (dal Piano Paesistico al Piano Paesaggistico) che ancora oggi, dopo 15 anni, non è completato per la maggioranza delle Regioni. Infatti, dall’anticipazione del Rapporto dal Territorio 2019 nel XXX° Congresso INU (3-6 aprile 2019, Riva del Garda), si evince che solo cinque regioni (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Puglia e Sardegna) hanno concluso con l’approvazione del proprio Piano paesaggistico in conformità con il Codice Urbani. Le altre Regioni hanno un Piano adottato o in fase di elaborazione, tranne che il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta e la Sicilia che non lo hanno ancora intrapreso. Nei prossimi paragrafi sarà descritto sinteticamente il percorso del Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Abruzzo (nPPR), ora sospeso, e i relativi contenuti. Attraverso l’Atlante dei Paesaggi del nPPR saranno approfonditi i contesti degli Altopiani d’Abruzzo e le indicazioni per la loro tutela e valorizzazione anche dal punto di vista del progetto di paesaggio e dello sviluppo territoriale, introducendo un modello di interpretazione per lo sviluppo territoriale denominato Telai Territoriali.
2020
9788825533620
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