Il contesto scientifico e produttivo francese esercita su quadri tecnici e professionali del Regno di Sardegna uno “straniero incanto”, a sancire l’indiscutibile influenza della Grande Nation sui territori ad essa più limitrofi. Emblematico a tal riguardo è il fatto che Piemonte e Liguria non vengano inclusi nei nuovi confini del Regno d’Italia istituito nel 1805, ma annessi direttamente all’Impero napoleonico. Neppure le voci che, dopo il Congresso di Vienna, si levano a Torino contro l’eredità giacobina paiono scalfire l’interesse e l’ammirazione per il progresso scientifico e tecnologico di matrice francese, apprezzato anche da gran parte delle istituzioni governative piemontesi. Questo interesse fa sì che la sperimentazione sui ponti sospesi a fili di ferro nel regno sabaudo trovi occasioni di progetto già a pochi anni di distanza dalle prime esperienze portate avanti dai fratelli Seguin e dal Generale Dufour in Francia e Svizzera. Tali episodi non si sostanziano però nell’effettiva realizzazione ed è necessario attendere circa tre lustri, alle soglie degli anni Quaranta, perché si proceda alla costruzione dei tre più significativi interventi, i ponti a La Caille, Casale e Torino, che risaltano nello scenario dell’ingegneria italiana dell’epoca per i primati strutturali che essi vantano quanto all’ampiezza delle luci.
The French scientific and productive context played a “foreign charm” on the technical and professional management of the Kingdom of Sardinia, showing the evident influence of the Grande Nation on the territories closest to it. It is not a coincidence that Piedmont and Liguria were not included in the new borders of the Napoleonic Kingdom of Italy, as established in 1805, but directly annexed to the French Empire. Not even rumours that, after the Congress of Vienna, raised in Turin against the Jacobin inheritance seemed to affect the interest and admiration for the scientific French progress, also appreciated by most of the Piedmontese institutions. This interest led to the design of suspension wire bridges in the Kingdom of Sardinia just a few years after the first experiences made by the Seguin brothers and by General Dufour in France and Switzerland, although they were not built. Only fifteen years later, at the dawn of the Forties, the three most significant bridges were built in La Caille, Casale, and Turin, which excelled in the scenario of Italian engineering of the time for the structural primates they boasted in terms of span length.
Ponti pensili della prima metà dell’Ottocento nel Regno di Sardegna. Suspension bridges from the first half of the 19th century in the Kingdom of Sardinia
R. Morganti;A. Tosone;M. Abita;D. Di Donato
2023-01-01
Abstract
Il contesto scientifico e produttivo francese esercita su quadri tecnici e professionali del Regno di Sardegna uno “straniero incanto”, a sancire l’indiscutibile influenza della Grande Nation sui territori ad essa più limitrofi. Emblematico a tal riguardo è il fatto che Piemonte e Liguria non vengano inclusi nei nuovi confini del Regno d’Italia istituito nel 1805, ma annessi direttamente all’Impero napoleonico. Neppure le voci che, dopo il Congresso di Vienna, si levano a Torino contro l’eredità giacobina paiono scalfire l’interesse e l’ammirazione per il progresso scientifico e tecnologico di matrice francese, apprezzato anche da gran parte delle istituzioni governative piemontesi. Questo interesse fa sì che la sperimentazione sui ponti sospesi a fili di ferro nel regno sabaudo trovi occasioni di progetto già a pochi anni di distanza dalle prime esperienze portate avanti dai fratelli Seguin e dal Generale Dufour in Francia e Svizzera. Tali episodi non si sostanziano però nell’effettiva realizzazione ed è necessario attendere circa tre lustri, alle soglie degli anni Quaranta, perché si proceda alla costruzione dei tre più significativi interventi, i ponti a La Caille, Casale e Torino, che risaltano nello scenario dell’ingegneria italiana dell’epoca per i primati strutturali che essi vantano quanto all’ampiezza delle luci.Pubblicazioni consigliate
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