Nel saggio si affronta la questione definitoria dell’integrazione e degli indicatori ad essa connesse. A fronta di una prima parte in cui si espone il dibagttito sull'integrazione relativamente aslla letteratura si giunge poi a evidenziare che l'integrazione sia da intendersi come una proprietà processuale, la quale conseguentemente necessita di una particolare attenzione relativamente alle diverse dimensioni che la compongono. Nonostante l’enfasi multi-dimensionale dichiarata e la constatazione della evidente complessità del concetto, quasi tutti i sistemi di indicatori proposti nei diversi paesi europei sono focalizzati principalmente sulla dimensione dell’integrazione socio-economica e, in tutti i paesi, l’integrazione socio-culturale risulta essere l’area meno approfondita. Nonostante molti tentativi a livello europeo la sfida più difficile è proprio quella di definire indicatori comuni, che permetterebbero un’analisi comparativa. Ad esempio, nel Nordeuropa, l’attenzione è molto orientata sulle difficoltà degli immigrati di inserirsi nel mercato del lavoro formale, anche per ciò che comporta rispetto alle conseguenze nel sistema di sostegno del welfare. In Europa meridionale, al contrario, dove la forza lavoro straniera ha tassi di occupazione anche superiori a quelli dei nativi e dove i sussidi e i sostegni assicurati dal welfare sono sempre più assenti, le preoccupazioni maggiori derivano dai fenomeni di devianza e criminalità. In linea generale, le differenze tra i contesti territoriali rappresentano uno dei problemi più difficili da superare. Il tentativo più strutturato e complesso, però, risale al 2004 (con diverse edizioni successive, fino al 2015) ed è stato promosso dal British Council e dal Migration Policy Group di Bruxelles: il Migrant Integration Policy Index (MIPEX), che si basa sulla rassegna delle azioni politiche perseguite dai diversi governi in un’ampia gamma di aree. Il problema di disporre di un set trasversale di indicatori, da applicare in diversi contesti, appare oggi un’urgenza non più rimandabile di fronte a un fenomeno globale che richiede, per essere gestito, un approccio congiunto e coordinato.
Quale integrazione? problemi di comparabilità negli indicatori di integrazione degli immigrati
Laurano P.;Gianturco G.
2018-01-01
Abstract
Nel saggio si affronta la questione definitoria dell’integrazione e degli indicatori ad essa connesse. A fronta di una prima parte in cui si espone il dibagttito sull'integrazione relativamente aslla letteratura si giunge poi a evidenziare che l'integrazione sia da intendersi come una proprietà processuale, la quale conseguentemente necessita di una particolare attenzione relativamente alle diverse dimensioni che la compongono. Nonostante l’enfasi multi-dimensionale dichiarata e la constatazione della evidente complessità del concetto, quasi tutti i sistemi di indicatori proposti nei diversi paesi europei sono focalizzati principalmente sulla dimensione dell’integrazione socio-economica e, in tutti i paesi, l’integrazione socio-culturale risulta essere l’area meno approfondita. Nonostante molti tentativi a livello europeo la sfida più difficile è proprio quella di definire indicatori comuni, che permetterebbero un’analisi comparativa. Ad esempio, nel Nordeuropa, l’attenzione è molto orientata sulle difficoltà degli immigrati di inserirsi nel mercato del lavoro formale, anche per ciò che comporta rispetto alle conseguenze nel sistema di sostegno del welfare. In Europa meridionale, al contrario, dove la forza lavoro straniera ha tassi di occupazione anche superiori a quelli dei nativi e dove i sussidi e i sostegni assicurati dal welfare sono sempre più assenti, le preoccupazioni maggiori derivano dai fenomeni di devianza e criminalità. In linea generale, le differenze tra i contesti territoriali rappresentano uno dei problemi più difficili da superare. Il tentativo più strutturato e complesso, però, risale al 2004 (con diverse edizioni successive, fino al 2015) ed è stato promosso dal British Council e dal Migration Policy Group di Bruxelles: il Migrant Integration Policy Index (MIPEX), che si basa sulla rassegna delle azioni politiche perseguite dai diversi governi in un’ampia gamma di aree. Il problema di disporre di un set trasversale di indicatori, da applicare in diversi contesti, appare oggi un’urgenza non più rimandabile di fronte a un fenomeno globale che richiede, per essere gestito, un approccio congiunto e coordinato.Pubblicazioni consigliate
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