Il riesame puntuale della letteratura critica sul genere lirico-narrativo della pastorella che ha conosciuto un largo successo in ambito volgare (particolarmente francese) e mediolatino, ma soprattutto l' ampliamento dell'orizzonte epistemico con un'indagine sull'esperienza ellenistica da un lato e sulla tradizione folklorica anche fuori dall'ambito romanzo dall'altro, hanno consentito di riconoscere l'origine popolare della struttura portante del genere nella tradizione provenzale, ossia il dialogo serrato tra due attanti in scena, svolto attraverso quartine; quindi confermare come il testo provenzale di Marcabruno 'L'autrer jost'una sebissa', composto in dialettica polemica con la lirica 'Farai un vers pos mi sonelh' del più antico trovatore Guglielmo IX (a sua volta strettamente connesso con le chansons de rencontre di tradizione clericale mediolatina) rappresenti senza dubbio il primo esempio in cui sia possibile ancora individuare gli elementi strutturali e formali propri al canto popolare; infine ricostruire la storia dell'adozione del genere 'pastorella' nel Nord della Francia, attraverso la ripresa ancora in ambito clericale e mediolatino del genere appena definitosi con una voluta mise en abîme del testo marcabruniano e sostanziali mutamenti nella struttura e nell'ideologia che quel testo veicola, all'interno del débat clerc-chevalier che tanto ha inciso nella letteratura delle origini, a testimonianza quindi della centralità della pastorella marcabruniana e dei tentativi compiuti per depotenziarne gli effetti di rottura della gerarchia sociale. Tale ripresa mediata determinerà in modo significativo il dispiegamento del genere nella letteratura oitanica, con peculiarità estranee alla tradizione provenzale che nel tempo invece conserverà come preminente la struttura dialogica d'origine. Lo studio si caratterizza per un carattere interdisciplinare e comparatistico con un continuo raffronto tra esperienze liriche diverse, mediolatina, occitanica e oitanica.

Alle origini della pastorella, un genere popolare

SPETIA, LUCILLA
2010-01-01

Abstract

Il riesame puntuale della letteratura critica sul genere lirico-narrativo della pastorella che ha conosciuto un largo successo in ambito volgare (particolarmente francese) e mediolatino, ma soprattutto l' ampliamento dell'orizzonte epistemico con un'indagine sull'esperienza ellenistica da un lato e sulla tradizione folklorica anche fuori dall'ambito romanzo dall'altro, hanno consentito di riconoscere l'origine popolare della struttura portante del genere nella tradizione provenzale, ossia il dialogo serrato tra due attanti in scena, svolto attraverso quartine; quindi confermare come il testo provenzale di Marcabruno 'L'autrer jost'una sebissa', composto in dialettica polemica con la lirica 'Farai un vers pos mi sonelh' del più antico trovatore Guglielmo IX (a sua volta strettamente connesso con le chansons de rencontre di tradizione clericale mediolatina) rappresenti senza dubbio il primo esempio in cui sia possibile ancora individuare gli elementi strutturali e formali propri al canto popolare; infine ricostruire la storia dell'adozione del genere 'pastorella' nel Nord della Francia, attraverso la ripresa ancora in ambito clericale e mediolatino del genere appena definitosi con una voluta mise en abîme del testo marcabruniano e sostanziali mutamenti nella struttura e nell'ideologia che quel testo veicola, all'interno del débat clerc-chevalier che tanto ha inciso nella letteratura delle origini, a testimonianza quindi della centralità della pastorella marcabruniana e dei tentativi compiuti per depotenziarne gli effetti di rottura della gerarchia sociale. Tale ripresa mediata determinerà in modo significativo il dispiegamento del genere nella letteratura oitanica, con peculiarità estranee alla tradizione provenzale che nel tempo invece conserverà come preminente la struttura dialogica d'origine. Lo studio si caratterizza per un carattere interdisciplinare e comparatistico con un continuo raffronto tra esperienze liriche diverse, mediolatina, occitanica e oitanica.
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