Con questo intervento ci si interroga sulla modalità di utilizzo dell'intelligenza artificiale, ossia il ricorso supino alla macchina e piena deresponsabilizzazione e totale agency della macchina stessa, oppure se c'è l'intervento dell'autore di cui si riconosce la responsabilità, scompare la totale autonomia della macchina. Nella prima eventualità si corre il rischio altissimo di delegare alla macchina l'attività di formazione ed educazione, perché lo studente adolescene o giovane in formazione, quindi in un momento delicato di definizione del proprio sé nell'affidarsi totalmente alla macchina si vede annullare tale possibilità con la riduzine significativa del ruolo del docente, anche perché in tal modo viene meno il senso critico. E poi, c'è da chiedersi, è proprio salutare la scoparsa della figura del docente? La macchina definisce la morte dell'autore: ma è proprio necessario per noi filoloi che pure lo rincorriamo, peraltro proprio i un'epoca in cui ovuque si vuole sottolineare la creatività dell'individuo? La presunta oggettività della macchina è proprio necessaria? La meccanicità e la presunta oggettività sono agli antipodi della libertà, che pure i filologi perseguno. Tra Chat GPT e filologia si riscontrano differenze fondamentali: L'uno è uno strumento, la filologia un medotod; Chat GPT non dichiara le fonti, che i filologi invece cercano continuamente di individuare; Chat GPT ammette l'errore in maniera formale e incoerente, alla filologia quello serve per la definizione di uno stemma codicum; Chata GPT non si assume alcuna responsabilità, i filologi lo fanno per definizione. Tuttavia si deve pensare come con il programma Centaure a una collaborazione tra uomo e macchina, a patto che sia l'uomo a dirigere e impostare tale collaborazione.

Intelligenza artificiale e filologia. Un connubio possibile?

lucilla spetia
2023-01-01

Abstract

Con questo intervento ci si interroga sulla modalità di utilizzo dell'intelligenza artificiale, ossia il ricorso supino alla macchina e piena deresponsabilizzazione e totale agency della macchina stessa, oppure se c'è l'intervento dell'autore di cui si riconosce la responsabilità, scompare la totale autonomia della macchina. Nella prima eventualità si corre il rischio altissimo di delegare alla macchina l'attività di formazione ed educazione, perché lo studente adolescene o giovane in formazione, quindi in un momento delicato di definizione del proprio sé nell'affidarsi totalmente alla macchina si vede annullare tale possibilità con la riduzine significativa del ruolo del docente, anche perché in tal modo viene meno il senso critico. E poi, c'è da chiedersi, è proprio salutare la scoparsa della figura del docente? La macchina definisce la morte dell'autore: ma è proprio necessario per noi filoloi che pure lo rincorriamo, peraltro proprio i un'epoca in cui ovuque si vuole sottolineare la creatività dell'individuo? La presunta oggettività della macchina è proprio necessaria? La meccanicità e la presunta oggettività sono agli antipodi della libertà, che pure i filologi perseguno. Tra Chat GPT e filologia si riscontrano differenze fondamentali: L'uno è uno strumento, la filologia un medotod; Chat GPT non dichiara le fonti, che i filologi invece cercano continuamente di individuare; Chat GPT ammette l'errore in maniera formale e incoerente, alla filologia quello serve per la definizione di uno stemma codicum; Chata GPT non si assume alcuna responsabilità, i filologi lo fanno per definizione. Tuttavia si deve pensare come con il programma Centaure a una collaborazione tra uomo e macchina, a patto che sia l'uomo a dirigere e impostare tale collaborazione.
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