I condrosarcomi rappresentano una rara evenienza di patologia del distretto maxillo-facciale (100 casi circa). Gli AA esaminano la letteratura riportando gli aspetti salienti che emergono in merito alle problematiche istopatologiche, cliniche, prognostiche ed alle strategie terapeutiche di volta in volta eseguite. Riferiscono su un caso di condrosarcoma della premaxilla venuto alla loro osservazione, trattato chirurgicamente con resezione parziale del mascellare superiore e con ricostruzione plastica del palato mediante lembi genieni di scorrimento, in un tempo. Mettono in rilievo l’importanza di un “grading” istopatologico come elemento di base ai fini diagnostici, prognostici e soprattutto a quelli di un corretto approccio terapeutico. Nelle forme a più alta differenziazione (grado I) di dimostra efficace un corretto trattamento chirurgico di exeresi in tessuto sano. Nelle forme più indifferenziate (grado II e III) al trattamento chirurgico può essere associato un trattamento chemioterapico e radiante. Concludono sottolineando, ai fini di una diagnosi precoce, l’importanza di considerare sempre con sospetto nel distretto maxillo-facciale tutte le forme condromatose, ed ai fini terapeutici, l’utilità di uno studio istologico perioperatorio dei margini della resezione.

I Condrosarcomi maxillo-facciali

CUTILLI, Tommaso;
1984-01-01

Abstract

I condrosarcomi rappresentano una rara evenienza di patologia del distretto maxillo-facciale (100 casi circa). Gli AA esaminano la letteratura riportando gli aspetti salienti che emergono in merito alle problematiche istopatologiche, cliniche, prognostiche ed alle strategie terapeutiche di volta in volta eseguite. Riferiscono su un caso di condrosarcoma della premaxilla venuto alla loro osservazione, trattato chirurgicamente con resezione parziale del mascellare superiore e con ricostruzione plastica del palato mediante lembi genieni di scorrimento, in un tempo. Mettono in rilievo l’importanza di un “grading” istopatologico come elemento di base ai fini diagnostici, prognostici e soprattutto a quelli di un corretto approccio terapeutico. Nelle forme a più alta differenziazione (grado I) di dimostra efficace un corretto trattamento chirurgico di exeresi in tessuto sano. Nelle forme più indifferenziate (grado II e III) al trattamento chirurgico può essere associato un trattamento chemioterapico e radiante. Concludono sottolineando, ai fini di una diagnosi precoce, l’importanza di considerare sempre con sospetto nel distretto maxillo-facciale tutte le forme condromatose, ed ai fini terapeutici, l’utilità di uno studio istologico perioperatorio dei margini della resezione.
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