Nel primo Ottocento il ponte sospeso è oggetto di un’ampia sperimentazione e tra le relative varianti tecnico-costruttive, quella a fili di ferro si afferma dalla metà degli anni Venti a fronte di vantaggi di carattere costruttivo ed economico. Nella definizione di questi modelli costruttivi è centrale la figura di Marc Seguin che nel 1825 porta a termine l’attraversamento tra Tain e Tournon, primo di una lunga serie che realizzerà insieme ai suoi fratelli non solo in Francia. Proprio ai Seguin sono riconducibili i primi ponti a fili di grande luce realizzati in Toscana e in Piemonte, territori che per motivi diversi si mostrano favorevoli all’importazione di questa tecnologia. Il contributo intende delineare il profilo dell’ingegnere lionese e descrivere le circostanze nelle quali ha operato nel contesto italiano, per la costruzione di questa tipologia di ponte, definendo le premesse per l'avvio di un reale ampliamento e aggiornamento della capacità tecnica e produttiva nazionale.

The suspension bridge was the object of a wide experimentation in the early 19th century and between the related technical and building types, the wire-cable suspension bridge had a great success since the mid-1920s due to construction and economic advantages. One of the key players for the development of these kind of infrastructure was Marc Seguin, who built in 1825 the bridge between Tain and Tournon, the first of a long series that he built with his brothers not only in France. The first wire-cable suspension bridges in Italy with a long span can be indeed referred to the Seguin family, particularly in Tuscany and Piedmont which were, for different reasons, favourable territories for the importation of this technology. The contribution aims to outline the profile of the Lyonnais engineer and to describe the circumstances in which he worked in the Italian context, for the construction of this kind of bridge, establishing the premise for the beginning of a real expansion and update of the national technical and production capacity.

A fili di ferro: il contributo di Marc Seguin allo sviluppo dei ponti sospesi in Italia - With iron wires: the contribution of Marc Seguin in the development of suspension bridges in Italy

A. Tosone
;
R. Morganti;A. Panepucci;M. Abita;D. Di Donato
2024-01-01

Abstract

Nel primo Ottocento il ponte sospeso è oggetto di un’ampia sperimentazione e tra le relative varianti tecnico-costruttive, quella a fili di ferro si afferma dalla metà degli anni Venti a fronte di vantaggi di carattere costruttivo ed economico. Nella definizione di questi modelli costruttivi è centrale la figura di Marc Seguin che nel 1825 porta a termine l’attraversamento tra Tain e Tournon, primo di una lunga serie che realizzerà insieme ai suoi fratelli non solo in Francia. Proprio ai Seguin sono riconducibili i primi ponti a fili di grande luce realizzati in Toscana e in Piemonte, territori che per motivi diversi si mostrano favorevoli all’importazione di questa tecnologia. Il contributo intende delineare il profilo dell’ingegnere lionese e descrivere le circostanze nelle quali ha operato nel contesto italiano, per la costruzione di questa tipologia di ponte, definendo le premesse per l'avvio di un reale ampliamento e aggiornamento della capacità tecnica e produttiva nazionale.
2024
979-12-81558-38-0
The suspension bridge was the object of a wide experimentation in the early 19th century and between the related technical and building types, the wire-cable suspension bridge had a great success since the mid-1920s due to construction and economic advantages. One of the key players for the development of these kind of infrastructure was Marc Seguin, who built in 1825 the bridge between Tain and Tournon, the first of a long series that he built with his brothers not only in France. The first wire-cable suspension bridges in Italy with a long span can be indeed referred to the Seguin family, particularly in Tuscany and Piedmont which were, for different reasons, favourable territories for the importation of this technology. The contribution aims to outline the profile of the Lyonnais engineer and to describe the circumstances in which he worked in the Italian context, for the construction of this kind of bridge, establishing the premise for the beginning of a real expansion and update of the national technical and production capacity.
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