È noto che la “microsocietà” degli attori e delle attrici sia contraddistinta da una sorta di separatezza che determina, al momento della collisione con ciò che la circonda, la creazione di identità anomale al suo interno. Così se durante il XIX secolo la donna assume progressivamente importanza quando - e se - si adegua a rigidi criteri di perbenismo e moralità, il mondo teatrale produce una cultura di risposta muovendosi tra adeguamento apparente e impercettibili scosse. Oggetto della trattazione è la posizione rivoluzionaria di due attrici di metà Ottocento, Fanny Sadowsky (1826-1906) e Clementina Cazzola (1832-1968), rispetto all’imposizione, sulla scena e nella drammaturgia, dell’ideale di donna madre e moglie virtuosa. Le due interpreti sono particolarmente rappresentative di una rottura più ampia e capillare che riguarda più di una generazione di attrici italiane: attraverso coraggiose scelte di repertorio (anche a rischio di censura) e la capacità di concedere nuove e ardite sfumature alle figure femminili da loro rappresentate, Sadowsky e Cazzola contribuiscono non solo alla costruzione di un nuovo paradigma di attrice, ma anche a veicolare una moderna percezione della donna nella società del tempo. Nel caso della professione teatrale l’identità è fortemente condizionata dai parametri di valutazione utilizzati dal pubblico e della critica, per questo è necessario condurre l’indagine dando particolare rilievo al rapporto spettatore-interprete. Sarà utile uno spoglio delle riviste dell’epoca, con particolare attenzione alla terminologia usata e ai cambiamenti che questa subisce tra l’esordio e l’apice delle due carriere (1843-1870). Se il forte disagio linguistico che ricorre nei primi anni incide depotenziando e opponendo resistenza all’immagine di Sadowsky e Cazzola, diversa pare la situazione degli ultimi anni, quando il fascino esercitato sulle platee dalle due artiste finisce per modificare il modo in cui vengono raccontate e, a diversi livelli, la loro identità.

Fanny Sadowski e Clementina Cazzola: due anomale identità d’attrice

Eleonora Luciani
2023-01-01

Abstract

È noto che la “microsocietà” degli attori e delle attrici sia contraddistinta da una sorta di separatezza che determina, al momento della collisione con ciò che la circonda, la creazione di identità anomale al suo interno. Così se durante il XIX secolo la donna assume progressivamente importanza quando - e se - si adegua a rigidi criteri di perbenismo e moralità, il mondo teatrale produce una cultura di risposta muovendosi tra adeguamento apparente e impercettibili scosse. Oggetto della trattazione è la posizione rivoluzionaria di due attrici di metà Ottocento, Fanny Sadowsky (1826-1906) e Clementina Cazzola (1832-1968), rispetto all’imposizione, sulla scena e nella drammaturgia, dell’ideale di donna madre e moglie virtuosa. Le due interpreti sono particolarmente rappresentative di una rottura più ampia e capillare che riguarda più di una generazione di attrici italiane: attraverso coraggiose scelte di repertorio (anche a rischio di censura) e la capacità di concedere nuove e ardite sfumature alle figure femminili da loro rappresentate, Sadowsky e Cazzola contribuiscono non solo alla costruzione di un nuovo paradigma di attrice, ma anche a veicolare una moderna percezione della donna nella società del tempo. Nel caso della professione teatrale l’identità è fortemente condizionata dai parametri di valutazione utilizzati dal pubblico e della critica, per questo è necessario condurre l’indagine dando particolare rilievo al rapporto spettatore-interprete. Sarà utile uno spoglio delle riviste dell’epoca, con particolare attenzione alla terminologia usata e ai cambiamenti che questa subisce tra l’esordio e l’apice delle due carriere (1843-1870). Se il forte disagio linguistico che ricorre nei primi anni incide depotenziando e opponendo resistenza all’immagine di Sadowsky e Cazzola, diversa pare la situazione degli ultimi anni, quando il fascino esercitato sulle platee dalle due artiste finisce per modificare il modo in cui vengono raccontate e, a diversi livelli, la loro identità.
2023
978-88-5541-020-5
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