Dentro e fuori l’antico narra la lunga esperienza professionale dello studio MCM - costituito da Mario Morganti e Gianfranco Cautilli, architetti, e Renato Morganti, ingegnere - circoscritta alla sola dimensione degli interventi sul patrimonio costruito, qui partitamente esaminati. L’attenzione a quanto il passato ci tramanda nasce da un tentativo consapevole e ambizioso al tempo stesso: ricercare le condizioni specifiche a cui il progetto del nuovo deve sottostare in una congruente interpretazione del dato storico, così come trasmesso a noi dalla “materia edificio”. A partire da questo sostanziale presupposto, il progetto, sempre diversamente declinato, segue le vocazioni della preesistenza che interpreta e su cui agisce con un gradiente di intensità variabile secondo il peso conferito ai valori riconosciuti e attentamente vagliati. Dal restauro al recupero, ogni opera pone come condizione necessaria l’input della committenza, sempre pubblica nei casi presentati, che orienta l’agire tecnico. Lo spettro tematico viene articolato secondo linee di congruenza, in cui le tecnologie impiegate, opportunamente controllate nella loro ampiezza e complessità intrinseca, costituiscono un collante necessario. La storia assume così un nuovo valore per il progetto, e non per dimensioni solo ideologiche. All’interno di questo orizzonte operativo, l’acciaio è il materiale che meglio esprime le condizioni della modernità/contemporaneità, perché meglio di altri mette a nudo “la forza del progetto”, insinuandosi all’interno dell’antico. L’acciaio esplora con sistematicità le possibilità dell’ibridazione, ed esprime con discrezione il proprio potenziale tecnico nel contesto costruito. Le sue intrinseche qualità si dispiegano su un fronte ben più ampio di quello dell’antica materia, e il loro attento sfruttamento assurge a cifra caratterizzante le singole realizzazioni. Sono queste le condizioni che costituiscono il segno di un lavoro costante. Per tali ragioni, le opere di MCM, da un lato ben rappresentano la tradizione italiana del recupero, ma dall’altra se ne distaccano, facendo propri temi formali che raccolgono sollecitazioni inedite: quasi a voler ridisegnare nuovi e più intriganti confini nel continuo dialogo con il passato. (R.M.)

MCM, Dentro e fuori l'antico

A. Tosone;D. Di Donato;M. Abita
2024-01-01

Abstract

Dentro e fuori l’antico narra la lunga esperienza professionale dello studio MCM - costituito da Mario Morganti e Gianfranco Cautilli, architetti, e Renato Morganti, ingegnere - circoscritta alla sola dimensione degli interventi sul patrimonio costruito, qui partitamente esaminati. L’attenzione a quanto il passato ci tramanda nasce da un tentativo consapevole e ambizioso al tempo stesso: ricercare le condizioni specifiche a cui il progetto del nuovo deve sottostare in una congruente interpretazione del dato storico, così come trasmesso a noi dalla “materia edificio”. A partire da questo sostanziale presupposto, il progetto, sempre diversamente declinato, segue le vocazioni della preesistenza che interpreta e su cui agisce con un gradiente di intensità variabile secondo il peso conferito ai valori riconosciuti e attentamente vagliati. Dal restauro al recupero, ogni opera pone come condizione necessaria l’input della committenza, sempre pubblica nei casi presentati, che orienta l’agire tecnico. Lo spettro tematico viene articolato secondo linee di congruenza, in cui le tecnologie impiegate, opportunamente controllate nella loro ampiezza e complessità intrinseca, costituiscono un collante necessario. La storia assume così un nuovo valore per il progetto, e non per dimensioni solo ideologiche. All’interno di questo orizzonte operativo, l’acciaio è il materiale che meglio esprime le condizioni della modernità/contemporaneità, perché meglio di altri mette a nudo “la forza del progetto”, insinuandosi all’interno dell’antico. L’acciaio esplora con sistematicità le possibilità dell’ibridazione, ed esprime con discrezione il proprio potenziale tecnico nel contesto costruito. Le sue intrinseche qualità si dispiegano su un fronte ben più ampio di quello dell’antica materia, e il loro attento sfruttamento assurge a cifra caratterizzante le singole realizzazioni. Sono queste le condizioni che costituiscono il segno di un lavoro costante. Per tali ragioni, le opere di MCM, da un lato ben rappresentano la tradizione italiana del recupero, ma dall’altra se ne distaccano, facendo propri temi formali che raccolgono sollecitazioni inedite: quasi a voler ridisegnare nuovi e più intriganti confini nel continuo dialogo con il passato. (R.M.)
2024
979-12-5644-031-3
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