Il modello insediativo dispersivo che sta lentamente acquisendo peso nel dibattito urbanistico italiano ed internazionale si è imposto nel nostro paese dagli anni ’70 in poi anche nelle aree montane e alto-collinari pur interessate da fenomeni importanti di depauperamento demografico. La progressiva perdita di ruolo della pianificazione che ha caratterizzato in particolare gli ultimi venti anni, ha favorito un dilagamento delle parti edificate, o a vario titolo artificializzate, soprattutto a spese degli agro-ecosistemi, privilegiando l’azione privata senza attenzioni per gli esiti prestazionali urbanistici. La dequalificazione è complessiva e interessa sia gli impianti distributivi degli insediamenti, ma anche i caratteri formali delle architetture comportando gravi conseguenze di degrado sia ai paesaggi urbani, sia agli ecosistemi naturali e seminaturali complementari. Ciò è accaduto e sta accadendo nelle aree di prossimità delle città, sotto la forte spinta delle economie immobiliari legate alla crescita di rango dei maggiori agglomerati urbani, ma si è verificato anche nei territori di “primo sviluppo”, nei quali fino alle soglie degli anni ’80 ancora predominava la matrice insediativa storica.
Qualità e quantità di paesaggio: conversione urbana del suolo in Italia
ROMANO, BERNARDINO;ZULLO, FRANCESCO
2010-01-01
Abstract
Il modello insediativo dispersivo che sta lentamente acquisendo peso nel dibattito urbanistico italiano ed internazionale si è imposto nel nostro paese dagli anni ’70 in poi anche nelle aree montane e alto-collinari pur interessate da fenomeni importanti di depauperamento demografico. La progressiva perdita di ruolo della pianificazione che ha caratterizzato in particolare gli ultimi venti anni, ha favorito un dilagamento delle parti edificate, o a vario titolo artificializzate, soprattutto a spese degli agro-ecosistemi, privilegiando l’azione privata senza attenzioni per gli esiti prestazionali urbanistici. La dequalificazione è complessiva e interessa sia gli impianti distributivi degli insediamenti, ma anche i caratteri formali delle architetture comportando gravi conseguenze di degrado sia ai paesaggi urbani, sia agli ecosistemi naturali e seminaturali complementari. Ciò è accaduto e sta accadendo nelle aree di prossimità delle città, sotto la forte spinta delle economie immobiliari legate alla crescita di rango dei maggiori agglomerati urbani, ma si è verificato anche nei territori di “primo sviluppo”, nei quali fino alle soglie degli anni ’80 ancora predominava la matrice insediativa storica.Pubblicazioni consigliate
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