Dentro e fuori l’antico narra la lunga esperienza professionale dello studio MCM (Mario Morganti, Gianfranco Cautilli, Renato Morganti) circoscritta alla sola dimensione degli interventi sul patrimonio costruito, qui partitamente esaminati. In essi l’attenzione a quanto il passato ci tramanda nasce da un tentativo consapevole e ambizioso al tempo stesso: ricercare le condizioni specifiche cui il nuovo deve sottostare a partire da una congruente interpretazione del dato storico. Da questo imprescindibile presupposto, il progetto, sempre diversamente declinato, segue le vocazioni della preesistenza che interpreta e su cui agisce con un gradiente di intensità variabile secondo il peso conferito ai valori riconosciuti e attentamente vagliati, di cui purtuttavia resta l’ineludibile presupposto. All’interno di questo orizzonte operativo, in cui la storia viene collocata in una nuova prospettiva, l’acciaio è il materiale che meglio esprime le condizioni della modernità/contemporaneità, perché più di altri mette a nudo “la forza del progetto”, insinuandosi all’interno dell’antico. Dell’acciaio le opere esplorano con sistematicità le potenzialità dell’ibridazione e ne esprimono con discrezione le qualità tecniche nel contesto costruito. Per questo, le opere di MCM, ben rappresentano la tradizione italiana del recupero che arricchiscono con temi formali alimentati da sollecitazioni inedite: quasi a voler ridisegnare nuovi e più intriganti confini nel continuo dialogo con il passato.
MCM, Dentro e fuori l’antico
Alessandra Tosone;Danilo Di Donato;Matteo Abita
2024-01-01
Abstract
Dentro e fuori l’antico narra la lunga esperienza professionale dello studio MCM (Mario Morganti, Gianfranco Cautilli, Renato Morganti) circoscritta alla sola dimensione degli interventi sul patrimonio costruito, qui partitamente esaminati. In essi l’attenzione a quanto il passato ci tramanda nasce da un tentativo consapevole e ambizioso al tempo stesso: ricercare le condizioni specifiche cui il nuovo deve sottostare a partire da una congruente interpretazione del dato storico. Da questo imprescindibile presupposto, il progetto, sempre diversamente declinato, segue le vocazioni della preesistenza che interpreta e su cui agisce con un gradiente di intensità variabile secondo il peso conferito ai valori riconosciuti e attentamente vagliati, di cui purtuttavia resta l’ineludibile presupposto. All’interno di questo orizzonte operativo, in cui la storia viene collocata in una nuova prospettiva, l’acciaio è il materiale che meglio esprime le condizioni della modernità/contemporaneità, perché più di altri mette a nudo “la forza del progetto”, insinuandosi all’interno dell’antico. Dell’acciaio le opere esplorano con sistematicità le potenzialità dell’ibridazione e ne esprimono con discrezione le qualità tecniche nel contesto costruito. Per questo, le opere di MCM, ben rappresentano la tradizione italiana del recupero che arricchiscono con temi formali alimentati da sollecitazioni inedite: quasi a voler ridisegnare nuovi e più intriganti confini nel continuo dialogo con il passato.Pubblicazioni consigliate
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