La realizzazione della scala e della cripta della nuova Confessione della Basilica Liberiana ebbe inizio il 30 settembre 1861, data in cui il Pontefice Pio IX affidò l’incarico del progetto e della direzione dei lavori all’architetto Virginio Vespignani, per concludersi il 17 aprile 1864 giorno di consacrazione dell’altare. Particolarmente scrupoloso, appare il controllo di Vespignani sull’approvvigionamento dei marmi e delle pietre antiche, motivato sia dall’alto costo di tali materie prime, sia dalla rilevanza decisiva che esse assurgono nel suo progetto. È difatti attraverso l’uso di una superficie marmorea preziosa che l’architetto intese imprimere una marcata qualità progettuale alla soluzione ideata per risolvere uno spazio piccolo, soggetto a significativi vincoli sia di natura tecnica sia figurativa. La qualità e la varietà delle pietre utilizzate furono assicurate solo in piccola parte dall’acquisto presso conosciuti scalpellini, famosi pietrari e scultori romani; il grosso della fornitura pervenne da cessioni gratuite da parte di stimati collezionisti e da scavi archeologici, tra i quali quelli condotti nella colonia romana di Ostia.
Il colore dell’antico nella Confessione di Santa Maria Maggiore a Roma
CIRANNA, SIMONETTA
2008-01-01
Abstract
La realizzazione della scala e della cripta della nuova Confessione della Basilica Liberiana ebbe inizio il 30 settembre 1861, data in cui il Pontefice Pio IX affidò l’incarico del progetto e della direzione dei lavori all’architetto Virginio Vespignani, per concludersi il 17 aprile 1864 giorno di consacrazione dell’altare. Particolarmente scrupoloso, appare il controllo di Vespignani sull’approvvigionamento dei marmi e delle pietre antiche, motivato sia dall’alto costo di tali materie prime, sia dalla rilevanza decisiva che esse assurgono nel suo progetto. È difatti attraverso l’uso di una superficie marmorea preziosa che l’architetto intese imprimere una marcata qualità progettuale alla soluzione ideata per risolvere uno spazio piccolo, soggetto a significativi vincoli sia di natura tecnica sia figurativa. La qualità e la varietà delle pietre utilizzate furono assicurate solo in piccola parte dall’acquisto presso conosciuti scalpellini, famosi pietrari e scultori romani; il grosso della fornitura pervenne da cessioni gratuite da parte di stimati collezionisti e da scavi archeologici, tra i quali quelli condotti nella colonia romana di Ostia.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.