La frattura iatrogena dell’angolo mandibolare nel corso della chirurgia di M3 inclusi rappresenta una evenienza di per sé rara. Ancora più rare le fratture tardive (0.005%). Gli Autori riportano l’esperienza relativa a 3 casi. Si tratta di soggetti di sesso maschile, di età compresa tra 27 e 36 anni, pervenuti alla osservazione clinica per frattura dell’angolo mandibolare in corrispondenza del sito di M3 ( 3.8, 2 casi; 4.8, 1 caso) asportati chirurgicamente in altre Strutture, rispettivamente, 20, 22 e 25 giorni prima. L’evento fratturativo si è verificato, in tutti e 3 i casi, in coincidenza con la ripresa della piena attività masticatoria, dopo la completa risoluzione dei fenomeni correlati con l’intervento. Le fratture, complete, erano corredate dai tipici segni e sintomi (tumefazione, motilità preternaturale, dolore, limitazione funzionale). I pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico di riduzione della frattura e contenzione intrafocale con miniplacca. Il decorso postoperatorio è stato regolare ed il recupero morfo-funzionale completo. Dagli studi sull’argomento riportati in letteratura si ricava che le fratture tardive si verificano solitamente in soggetti al di sopra dei 25 anni, nel corso della 2^-3^ settimana post-operatoria, durante la masticazione, causa di stress considerevole per una compagine ossea con difetto più o meno ampio e non ancora ristrutturata e calcificata. L’evento prescinde dall’età e dalla esperienza del chirurgo. Trova invece correlazione con la classe di inclusione di M3 (rischio due volte più elevato per le inclusioni totali). Le fratture tardive devono essere considerate un effetto indiretto della chirurgia di M3 e non una sua complicanza a distanza. Va sottolineato come sia estremamente importante fornire sempre adeguate istruzioni al paziente al fine di evitare precoci carichi masticatori e scongiurare così questo evento che, benché rarissimo, può sempre verificarsi.
Fratture tardive dell’angolo mandibolare dopo chirurgia di M3 inferiori inclusi
CUTILLI, Tommaso
2007-01-01
Abstract
La frattura iatrogena dell’angolo mandibolare nel corso della chirurgia di M3 inclusi rappresenta una evenienza di per sé rara. Ancora più rare le fratture tardive (0.005%). Gli Autori riportano l’esperienza relativa a 3 casi. Si tratta di soggetti di sesso maschile, di età compresa tra 27 e 36 anni, pervenuti alla osservazione clinica per frattura dell’angolo mandibolare in corrispondenza del sito di M3 ( 3.8, 2 casi; 4.8, 1 caso) asportati chirurgicamente in altre Strutture, rispettivamente, 20, 22 e 25 giorni prima. L’evento fratturativo si è verificato, in tutti e 3 i casi, in coincidenza con la ripresa della piena attività masticatoria, dopo la completa risoluzione dei fenomeni correlati con l’intervento. Le fratture, complete, erano corredate dai tipici segni e sintomi (tumefazione, motilità preternaturale, dolore, limitazione funzionale). I pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico di riduzione della frattura e contenzione intrafocale con miniplacca. Il decorso postoperatorio è stato regolare ed il recupero morfo-funzionale completo. Dagli studi sull’argomento riportati in letteratura si ricava che le fratture tardive si verificano solitamente in soggetti al di sopra dei 25 anni, nel corso della 2^-3^ settimana post-operatoria, durante la masticazione, causa di stress considerevole per una compagine ossea con difetto più o meno ampio e non ancora ristrutturata e calcificata. L’evento prescinde dall’età e dalla esperienza del chirurgo. Trova invece correlazione con la classe di inclusione di M3 (rischio due volte più elevato per le inclusioni totali). Le fratture tardive devono essere considerate un effetto indiretto della chirurgia di M3 e non una sua complicanza a distanza. Va sottolineato come sia estremamente importante fornire sempre adeguate istruzioni al paziente al fine di evitare precoci carichi masticatori e scongiurare così questo evento che, benché rarissimo, può sempre verificarsi.Pubblicazioni consigliate
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