Il distretto maxillo-facciale è caratterizzato da una vascolarizzazione estremamente ricca, sia venosa che arteriosa. Quest’ultima è fornita sia dal distretto della carotide esterna che dalla carotide interna. Negli interventi di chirurgia ortognatica la perdita ematica intraoperatoria può essere cospicua e richiedere talora il reintegro ematico con trasfusione omologa o autologa. Tali rare ma possibili evenienze diventano particolarmente problematiche nei soggetti che per motivi religiosi rifiutano pratiche trasfusionali, senza considerare che peraltro si tratta di soggetti giovani, in condizioni di salute sostanzialmente buone, che si sottopongono ad interventi non di urgenza ma di elezione. Gli AA ritengono significativo riferire la propria esperienza relativa a quattro soggetti con dismorfismi complessi maxillo-mandibolari, testimoni di Geova (anche perché la letteratura specifica è estremamente povera). Riportano gli accorgimenti di tipo emoreologico, farmacologico e chirurgico che sono stati adottati per rendere tali interventi attuabili con sufficiente margine di sicurezza anche laddove l’ entità delle alterazioni dismorfiche maxillo-facciali esponevano per la loro complessità al rischio di significative perdite ematiche, illustrandone i risultati immediati e a distanza.

Chirurgia ortognatica in soggetti non consenzienti alla emotrasfusione

CUTILLI, Tommaso
2005-01-01

Abstract

Il distretto maxillo-facciale è caratterizzato da una vascolarizzazione estremamente ricca, sia venosa che arteriosa. Quest’ultima è fornita sia dal distretto della carotide esterna che dalla carotide interna. Negli interventi di chirurgia ortognatica la perdita ematica intraoperatoria può essere cospicua e richiedere talora il reintegro ematico con trasfusione omologa o autologa. Tali rare ma possibili evenienze diventano particolarmente problematiche nei soggetti che per motivi religiosi rifiutano pratiche trasfusionali, senza considerare che peraltro si tratta di soggetti giovani, in condizioni di salute sostanzialmente buone, che si sottopongono ad interventi non di urgenza ma di elezione. Gli AA ritengono significativo riferire la propria esperienza relativa a quattro soggetti con dismorfismi complessi maxillo-mandibolari, testimoni di Geova (anche perché la letteratura specifica è estremamente povera). Riportano gli accorgimenti di tipo emoreologico, farmacologico e chirurgico che sono stati adottati per rendere tali interventi attuabili con sufficiente margine di sicurezza anche laddove l’ entità delle alterazioni dismorfiche maxillo-facciali esponevano per la loro complessità al rischio di significative perdite ematiche, illustrandone i risultati immediati e a distanza.
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