L’evolversi dello scenario economico-finanziario induce a mettere in discussione il modello industriale italiano, basato sull’assetto dualistico che vede contrapposte le grandi aziende, pubbliche o private, a un vasto insieme di unità medio-piccole, per lo più dedite ad attività tradizionali, con bassa intensità di capitale. Tale assetto si riscontra anche in Abruzzo e costituisce il perno dell’analisi, concentrata sul suo sistema finanziario: da un lato si riscontrano alcuni sistemi produttivi locali, con una apprezzabile concentrazione di aziende dalle dimensioni contenute, e, d’altro lato, si collocano alcuni insediamenti dominati da società di caratura significativa, a controllo esterno, spesso multinazionali; in questo quadro, rischiano di crescere ulteriormente le difficoltà competitive, che possono rivelarsi oltremodo penalizzanti per le aree più deboli del Paese. La radiografia regionale, stilata di anno in anno dalla Banca d’Italia, fornisce preziosi spunti di indagine, che riguardano il contesto abruzzese ma che risultano suscettibili di essere proficuamente generalizzate. Fra l’altro, emerge il peso ragguardevole della raccolta postale così come si fa notare la dinamica dei depositi delle imprese non finanziarie, più vivace di quella ascrivibile alle famiglie consumatrici; se la loro propensione al risparmio tende a contrarsi gradualmente, il ritmo al quale esse hanno correlativamente preso a indebitarsi ingenera pessimismo. Le rilevazioni attinenti al comparto imprenditoriale pure lasciano emergere questioni preoccupanti, riferibili alla qualità degli attivi bancari, mentre per gli intermediari finanziari nell’insieme si vanno moltiplicando le opportunità non limitate all’erogazione del credito, anche mediante il ricorso a strumenti di aggregazione. Un ruolo di primo piano spetta all’innovazione finanziaria che, doverosamente declinata a tutto tondo, comprende l’auspicabile crescita operativa dei confidi; molto, comunque, ci si può ancora aspettare della banche locali, quali “banche di sviluppo” e “banche di frontiera”, chiamate a individuare e alimentare percorsi di sostenibilità finanziaria sul territorio di afferenza, che consentano di valorizzare le luci – al contempo minimizzando le ombre – ravvisabili nel panorama economico-finanziario, non solo abruzzese.

Evoluzione e prospettive del sistema finanziario abruzzese

MORI, MARGHERITA
2009-01-01

Abstract

L’evolversi dello scenario economico-finanziario induce a mettere in discussione il modello industriale italiano, basato sull’assetto dualistico che vede contrapposte le grandi aziende, pubbliche o private, a un vasto insieme di unità medio-piccole, per lo più dedite ad attività tradizionali, con bassa intensità di capitale. Tale assetto si riscontra anche in Abruzzo e costituisce il perno dell’analisi, concentrata sul suo sistema finanziario: da un lato si riscontrano alcuni sistemi produttivi locali, con una apprezzabile concentrazione di aziende dalle dimensioni contenute, e, d’altro lato, si collocano alcuni insediamenti dominati da società di caratura significativa, a controllo esterno, spesso multinazionali; in questo quadro, rischiano di crescere ulteriormente le difficoltà competitive, che possono rivelarsi oltremodo penalizzanti per le aree più deboli del Paese. La radiografia regionale, stilata di anno in anno dalla Banca d’Italia, fornisce preziosi spunti di indagine, che riguardano il contesto abruzzese ma che risultano suscettibili di essere proficuamente generalizzate. Fra l’altro, emerge il peso ragguardevole della raccolta postale così come si fa notare la dinamica dei depositi delle imprese non finanziarie, più vivace di quella ascrivibile alle famiglie consumatrici; se la loro propensione al risparmio tende a contrarsi gradualmente, il ritmo al quale esse hanno correlativamente preso a indebitarsi ingenera pessimismo. Le rilevazioni attinenti al comparto imprenditoriale pure lasciano emergere questioni preoccupanti, riferibili alla qualità degli attivi bancari, mentre per gli intermediari finanziari nell’insieme si vanno moltiplicando le opportunità non limitate all’erogazione del credito, anche mediante il ricorso a strumenti di aggregazione. Un ruolo di primo piano spetta all’innovazione finanziaria che, doverosamente declinata a tutto tondo, comprende l’auspicabile crescita operativa dei confidi; molto, comunque, ci si può ancora aspettare della banche locali, quali “banche di sviluppo” e “banche di frontiera”, chiamate a individuare e alimentare percorsi di sostenibilità finanziaria sul territorio di afferenza, che consentano di valorizzare le luci – al contempo minimizzando le ombre – ravvisabili nel panorama economico-finanziario, non solo abruzzese.
2009
978-88-15-13176-8
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