Le informazioni fornite dalla RM su 13 pazienti che presentavano una tumefazione sintomatica monolaterale della parotide sono state confrontate con quelle ottenute con ecografia, scialografia e tomografia computerizzata. La RM non è risultata diagnostica in 2 casi di scialoadenite cronica diffusa mentre è risultata superiore all’ecografia in 1 caso nel definire la sede della lesione ed in 2 nel definirne l’estensione extraghiandolare profonda. La RM si è inoltre mostrata più valida della tomografia computerizzata per la maggiore risoluzione di contrasto e l’imaging multiplanare. E’ stato possibile riconoscere lesioni neoplastiche di 4 mm di diametro, per l’elevato contrasto ottenuto con RM fra parenchima normale ed aree patologiche. La massa neoplastica ha bassa intensità di segnale nelle immagini T1 dipendenti ed alta in quelle T2 dipendenti. Le lesioni focali non possono essere caratterizzate con RM sulla base dell’intensità di segnale, e solo l’aspetto morfologico può consentire di distinguere lesioni di tipo benigno da quelle di tipo maligno. La RM si offre come esame di secondo livello, dopo l’ecografia, in caso di lesione focale ove sia necessario dimostrare l’eventuale presenza di localizzazioni multiple e la diffusione della neoplasia nello spazio parafaringeo.

Ruolo della Risonanza Magnetica nella diagnostica radiologica della patologia parotidea

MASCIOCCHI, CARLO;CUTILLI, Tommaso;
1988-01-01

Abstract

Le informazioni fornite dalla RM su 13 pazienti che presentavano una tumefazione sintomatica monolaterale della parotide sono state confrontate con quelle ottenute con ecografia, scialografia e tomografia computerizzata. La RM non è risultata diagnostica in 2 casi di scialoadenite cronica diffusa mentre è risultata superiore all’ecografia in 1 caso nel definire la sede della lesione ed in 2 nel definirne l’estensione extraghiandolare profonda. La RM si è inoltre mostrata più valida della tomografia computerizzata per la maggiore risoluzione di contrasto e l’imaging multiplanare. E’ stato possibile riconoscere lesioni neoplastiche di 4 mm di diametro, per l’elevato contrasto ottenuto con RM fra parenchima normale ed aree patologiche. La massa neoplastica ha bassa intensità di segnale nelle immagini T1 dipendenti ed alta in quelle T2 dipendenti. Le lesioni focali non possono essere caratterizzate con RM sulla base dell’intensità di segnale, e solo l’aspetto morfologico può consentire di distinguere lesioni di tipo benigno da quelle di tipo maligno. La RM si offre come esame di secondo livello, dopo l’ecografia, in caso di lesione focale ove sia necessario dimostrare l’eventuale presenza di localizzazioni multiple e la diffusione della neoplasia nello spazio parafaringeo.
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