Lo sviluppo urbano disperso a bassa densità su grandi estensioni di territorio (conosciuto come sprawl) è una patologia insediativa da molti anni segnalata alla scala mondiale che si presenta, con modalità poco diverse, in tutti i Paesi sia industrializzati che in crescita. Il fenomeno riguarda anche tutto il continente europeo, pur se gli schieramenti distributivi dell’Europa meridionale, e in particolare quelli dei Paesi dell’area iberica, mediterranea e balcanica, si distaccano generalmente da quelli settentrionali. A modelli diversi corrispondono problemi variamente declinati e la ricerca esposta nel presente lavoro ha indagato e diagnosticato queste forme della trasformazione insediativa del suolo, concentrandosi sul caso italiano, uno dei più significativi dell’Europa Occidentale. La fisionomia attuale del paesaggio urbano nazionale inizia a svilupparsi dal secondo dopoguerra. Inoltre, dagli anni ’80 in poi, i momenti di pianificazione regionale, provinciale e comunale si sono sempre più divaricati ed indeboliti e l’urbanizzazione è dilagata pressoché liberamente in forma estremamente dispersa, soprattutto nelle pianure agricole, nelle valli fluviali, ma anche nelle fasce collinari e pedemontane. Ne è derivata l’alterazione sistematica di importanti paesaggi agrari e culturali e l’invasione di vaste aree a rischio idrogeologico, con drammatiche conseguenze sulla sicurezza delle aree abitate e produttive che ogni anno mostrano la loro altissima vulnerabilità, anche a causa delle variazioni climatiche in atto. Sono stati evidenziati alcuni valori di soglia e traiettorie inedite di convergenza regionale verso questi valori in un arco temporale di notevole validità statistica. Gli indicatori utilizzati hanno permesso di classificare i “comportamenti insediativi” attraverso la penisola che, come è ben noto, presenta da sempre profonde differenze economiche, sociali e culturali tra nord e sud che le politiche governative non sono mai riuscite ad equilibrare. Un risultato significativo ha riguardato la configurazione di un nuovo schema dispersivo, alternativo allo “sprawl”, denominato “sprinkling”, e che meglio esprime le caratteristiche e la struttura funzionale del sistema urbano italiano attuale. Si tratta peraltro di un modello molto meno controllato e ben più difficilmente gestibile e rimediabile in prospettiva che non quello standard internazionale noto appunto come “sprawl”.

Il modello italiano di dispersione urbana: la sfida dello sprinkling

ROMANO, BERNARDINO;ZULLO, FRANCESCO;Ciabo', SERENA;FIORINI, LORENA;MARUCCI, ALESSANDRO
2016-01-01

Abstract

Lo sviluppo urbano disperso a bassa densità su grandi estensioni di territorio (conosciuto come sprawl) è una patologia insediativa da molti anni segnalata alla scala mondiale che si presenta, con modalità poco diverse, in tutti i Paesi sia industrializzati che in crescita. Il fenomeno riguarda anche tutto il continente europeo, pur se gli schieramenti distributivi dell’Europa meridionale, e in particolare quelli dei Paesi dell’area iberica, mediterranea e balcanica, si distaccano generalmente da quelli settentrionali. A modelli diversi corrispondono problemi variamente declinati e la ricerca esposta nel presente lavoro ha indagato e diagnosticato queste forme della trasformazione insediativa del suolo, concentrandosi sul caso italiano, uno dei più significativi dell’Europa Occidentale. La fisionomia attuale del paesaggio urbano nazionale inizia a svilupparsi dal secondo dopoguerra. Inoltre, dagli anni ’80 in poi, i momenti di pianificazione regionale, provinciale e comunale si sono sempre più divaricati ed indeboliti e l’urbanizzazione è dilagata pressoché liberamente in forma estremamente dispersa, soprattutto nelle pianure agricole, nelle valli fluviali, ma anche nelle fasce collinari e pedemontane. Ne è derivata l’alterazione sistematica di importanti paesaggi agrari e culturali e l’invasione di vaste aree a rischio idrogeologico, con drammatiche conseguenze sulla sicurezza delle aree abitate e produttive che ogni anno mostrano la loro altissima vulnerabilità, anche a causa delle variazioni climatiche in atto. Sono stati evidenziati alcuni valori di soglia e traiettorie inedite di convergenza regionale verso questi valori in un arco temporale di notevole validità statistica. Gli indicatori utilizzati hanno permesso di classificare i “comportamenti insediativi” attraverso la penisola che, come è ben noto, presenta da sempre profonde differenze economiche, sociali e culturali tra nord e sud che le politiche governative non sono mai riuscite ad equilibrare. Un risultato significativo ha riguardato la configurazione di un nuovo schema dispersivo, alternativo allo “sprawl”, denominato “sprinkling”, e che meglio esprime le caratteristiche e la struttura funzionale del sistema urbano italiano attuale. Si tratta peraltro di un modello molto meno controllato e ben più difficilmente gestibile e rimediabile in prospettiva che non quello standard internazionale noto appunto come “sprawl”.
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