La lirica di Thibaut de Champagne Tant ai amours servie longuement (RS 711, L 240.51) ha sempre posto problemi interpretativi. Definita in modo appropriato chanson de change per la dichiarazione dello stesso champenois di volersi separare dagli amori e quindi da Amore per dedicarsi solo a colei che si deve adorare e in cui non c’è inganno, essa mantiene una apparente ambiguità dovuta alla dichiarazione del poeta di voler continuare a comporre jeux partis, sonet e reverdie. Da un lato quindi non si comprende se lo champenois voglia abbandonare l’amore profano per la canzone mariana, dall’altro non si coglie il senso della sua volontà compositiva non essendoci tracce nella sua produzione né di sonet né di reverdie. Il saggio mira quindi a interpretare le reali intenzioni dell’autore, e quindi a disambiguare lo status della lirica, attraverso un complesso lavoro di scavo e ricostruzione. Così si è interrogata la tradizione trovierica circa le chansons de change religiose, di cui viene fornito un primo censimento riservando particolare attenzione alle diverse modalità di espressione del cambio, attuando anche un confronto con la produzione trobadorica. L’analisi dei testi ha rivelato in particolare una contrapposizione tra canzone religiosa, e mariana in particolare, e pastorella, di cui viene indagata la ragione. Infine si è proceduto ad esaminare la fama di Thibaut come poeta religioso, rilevando in particolare il debito da lui contratto con l’inventore della canzone mariana, Gautier de Coinci, per quindi offrire un’interpretazione del testo RS 711. Ciò che ha determinato un riesame del dossier sul genere ‘reverdie’ troppo frettolosamente studiato e in assenza di riscontri testuali indiscutibili, e quindi si è proceduto a fornire un’interpretazione del vocabolo ‘reverdie’ nella scrittura di Gautier e di Thibaut. La lirica RS 711 si rivela così centrale nella scrittura poetica dello champenois e nella costituzione del suo canzoniere d’autore.

La chanson de change religiosa nella tradizione trovierica e Thibaut de Champagne (RS 711, L 240.51) (e una postilla sul 'genere'reverdie)

Lucilla Spetia
2020-01-01

Abstract

La lirica di Thibaut de Champagne Tant ai amours servie longuement (RS 711, L 240.51) ha sempre posto problemi interpretativi. Definita in modo appropriato chanson de change per la dichiarazione dello stesso champenois di volersi separare dagli amori e quindi da Amore per dedicarsi solo a colei che si deve adorare e in cui non c’è inganno, essa mantiene una apparente ambiguità dovuta alla dichiarazione del poeta di voler continuare a comporre jeux partis, sonet e reverdie. Da un lato quindi non si comprende se lo champenois voglia abbandonare l’amore profano per la canzone mariana, dall’altro non si coglie il senso della sua volontà compositiva non essendoci tracce nella sua produzione né di sonet né di reverdie. Il saggio mira quindi a interpretare le reali intenzioni dell’autore, e quindi a disambiguare lo status della lirica, attraverso un complesso lavoro di scavo e ricostruzione. Così si è interrogata la tradizione trovierica circa le chansons de change religiose, di cui viene fornito un primo censimento riservando particolare attenzione alle diverse modalità di espressione del cambio, attuando anche un confronto con la produzione trobadorica. L’analisi dei testi ha rivelato in particolare una contrapposizione tra canzone religiosa, e mariana in particolare, e pastorella, di cui viene indagata la ragione. Infine si è proceduto ad esaminare la fama di Thibaut come poeta religioso, rilevando in particolare il debito da lui contratto con l’inventore della canzone mariana, Gautier de Coinci, per quindi offrire un’interpretazione del testo RS 711. Ciò che ha determinato un riesame del dossier sul genere ‘reverdie’ troppo frettolosamente studiato e in assenza di riscontri testuali indiscutibili, e quindi si è proceduto a fornire un’interpretazione del vocabolo ‘reverdie’ nella scrittura di Gautier e di Thibaut. La lirica RS 711 si rivela così centrale nella scrittura poetica dello champenois e nella costituzione del suo canzoniere d’autore.
2020
978-88-913-2151-0
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